Nazario Sauro, un istriano Eroe d’Italia, ci piace pensare un pò “Sangiorgino”, per adozione.
Romano Sauro, nipote di Nazario ed ex Ammiraglio della Marina Militare italiana, nelle varie fasi del suo intervento ha messo in risalto il coraggio e la indiscussa ed ardente italianità del nonno il quale ai suoi 5 figli ha dato i seguenti nomi: Nino (in ricordo del garibaldino Nino Bixio), Anita (in ricordo di Anita la moglie di Garibaldi), Libero (per la sua visione di voler un Istria italiana e libera dal dominio austriaco), Italo (per il suo sentirsi Italiano), Albania (Nazario aveva simpatia per quel Paese che combatteva contro il dominio della Turchia).
Il libro scritto da Romano ”Nazario Sauro-Storia di un marinaio” che ci ha proposto, è, a mio avviso, più coinvolgente, descrive quali erano, sin da giovane, i sentimenti del Nazario Irredento, il suo smisurato amore per l’Italia, per la sua amata Istria che lui concepiva unicamente come suolo italiano; emblematica è una lettera indirizzata alla moglie Nina in cui egli scrive: "…cara consorte insegna ai nostri figli che suo padre fu prima ITALIANO, poi PADRE e poi UOMO”.
Simili affermazioni sono difficilmente capibili; indiscutibilmente propongono delle profonde riflessioni su come oggi noi viviamo la nostra italianità. Vale la pena ricordare che Nazario, dopo la sua cattura, subì un processo a seguito del quale fu riconosciuto come disertore e condannato al capestro perché essendo cittadino austriaco si era arruolato nella Regia marina italiana. Consiglio vivamente la lettura del libro di Romano in quanto, anche per motivi di tempo, egli non ha potuto scendere in molti dettagli sulla vita del nonno, dettagli che, nelle diverse fasi del processo che quest’ ultimo subì, sono veramente toccanti e drammatici.
Perché ci piace pensare un Nazario Sauro un pò Sangiorgino? Ebbene: da giovane, a San Giorgio lui ci veniva spesso con le navi a vapore che comandava e che ormeggiava a Porto Nogaro, era piuttosto conosciuto ed aveva degli amici, ha frequentato spesso la “Trattoria al Marinaio” che allora era ubicata nell'angolo fra via Ronchi e via Roma, a ricordo delle sue visite sul posto c’è una epigrafe in marmo.
Nel nostro Comune, per commemorare la sua figura d’Eroe, e dopo la fine della Grande Guerra, fu eretto un monumento presso la palestra ex GIL/ex Scuole Medie.
Doveroso sottolineare che Romano devolverà i ricavi del suo libro all'Ospedale “Bambin Gesù” di Roma che si prodiga nell'assistere i bambini afflitti da gravi malattie.