In collaborazione con l'Associazione Ad Undecimum organizziamo una gita ad Albona e Arsia.
Partenza Sede Alpini – Via Carnia ore 7.00
Rientro Sede Alpini – Via Carnia ore 20.00 (circa)
Costo (viaggio, museo e pranzo) 55 € tutto compreso
Iscrizioni: entro il 12 agosto presso “PUNTO UFFICIO” (S. Giorgio) - acconto 20€
Informazioni: Giovanni (340 6161526), Luciano (349 4212307)
Programma di massima:
ore 10.00 arrivo ad Albona
- Visita al centro storico di Albona e al Museo
- Visita alla casa Mattia Flaccio Illirico (discepolo di Martin Lutero per i 500 anni della riforma protestante)
ore 12.30 pranzo da Tomazici
ore 15.00 visita ad Arsia
- breve incontro formale con il Sindaco
- visita a piedi degli edifici della piazza e ingresso miniera
Albona (Labin)
Sorge su un colle a 315 m di altezza nell'Istria sud orientale. Le sue origini sono antichissime essendo stata già nella seconda metà del secondo millennio a.C. sede di un castelliere.
Nel 1400 Venezia la trasformò in una vera e propria fortezza per difenderla dagli attacchi dei Turchi prima e da quello degli Uscocchi poi, i terribili banditi croati. Con la caduta della Serenissima nel 1797, Albona passò sotto il dominio Absburgico e nel 1918 accolse festosa la salita da Fianona dell'esercito italiano. L'annessione di Albona al Regno d'Italia avvenne però ufficialmente appena nel 1921 dopo una serie di accordi tra le nazioni vincenti. Con la fine del secondo conflitto mondiale Albona divenne capitale dell'Istria nella nuova Repubblica di Jugoslavia, oltre 4.000 italiani autoctoni abbandonarono la terra natìa e la città fu ribattezzata Labin, nome conservato anche dalla Croazia alla quale fu annessa dopo la disgregazione della Federativa nel 1991.
Albona oggi è divisa in due parti: la città vecchia arroccata sul colle, un affascinante centro storico con tortuose strade in salite a volte accompagnate da lunghe scalinate, e la parte nuova a valle denominata Pièdalbona (Podlabin in croato), ricco di attività commerciali ed industriali, dove abita la maggior parte degli albonesi. Porto Albona (Rabac in croato) è l'antico borgo di pescatori albonesi, oggi un importante centro turistico del Quarnero.
Arsia
E’ la città più giovane in Istria, è stata costruita per le necessità della miniera di carbone in soli 547 giorni, come una delle nuove città di fondazione erette all'epoca dell'amministrazione italiana, ossia al tempo della cosiddetta era fascista. La costruzione dell'abitato è iniziata ad aprile del 1936. Un anno dopo fu istituito il nuovo comune di Arsia. Nel corso della costruzione l'abitato veniva chiamato Liburnia, ma più tardi prevalse la denominazione Arsia, derivante dall'omonimo fiume che con i suoi affluenti geograficamente e morfologicamente definisce quest'area. Il fiume Arsa, noto dall'antichità, è stato più volte importante confine tra diverse entità statali, così anche dello Stato croato nel X° secolo.
L'attività mineraria di questa zona inizia nel Seicento, all'epoca veneta, quando nel 1626 fu rilasciata la prima concessione per lo scavo del carbone nella val Carpano. La prorompente industrializzazione, con un massiccio uso della macchina a vapore, rese possibile uno sviluppo significativo delle miniere, cosìcché la produzione annua fu portata a circa 90.000 tonnellate con l'impiego di circa 1.500 dipendenti. In quel periodo Carpano fiorì con la costruzione di tutta una serie di nuovo edifici a carattere economico e residenziale, tutti in funzione della miniera.
Nel 1905 vi fu costruita pure la chiesetta di santa Barbara, protettrice dei minatori.
L’architetto triestino che si occupò della progettazione di Arsia fu Pulitzer che divise l'abitato in ordine gerarchico: la parte operaia, quella impiegatizia e la parte centrale, con la piazza in funzione di congiunzione, ma anche di divisione, delle due entità. La parte operaia è basata sulla casa con quattro appartamenti, ciascuno con due stanze, cucina e servizi, e con l'ingresso separato e con un pezzo d'orto. Pulitzer progettò pure la stufa alimentata a carbone, capace di riscaldare tutto l'appartamento. Gli appartamenti per gli impiegati e per i dirigenti hanno un confort maggiore e il riscaldamento è ottenuto dall'acqua calda proveniente dalla stazione termica. Complessivamente sono stati costruiti 96 edifici. La città progettata per 2-3.000 persone disponeva di tutte le strutture necessarie.
Dopo la seconda guerra mondiale Arsia ebbe una sorte paradossale. Da un lato, a causa del suo involontario passato fascista, venne sistematicamente stigmatizzata e lasciata al continuo degrado, dall'altra, come produttrice del prezioso oro nero venne glorificata e rispettata, al solo scopo di essere massimamente sfruttata. All'epoca jugoslava il Comune di Arsia venne inglobato in quello di Albona, per ottenere poi nel nuovo Stato croato lo status di comune indipendente. Da quel momento, sono state promosse con continuità iniziative per la valorizzazione di questo centro minerario che un tempo ha avuto importanza straordinaria.
Resoconto della gita
La gita in questi due luoghi, per dirla in maniera molto semplice…è stata un successo, i commenti in positivo dei partecipanti sono stati unanimi.
Oltre alla bellezza dei paesaggi, l’Istria ha un suo peculiare ed intrinseco fascino, si è constatato che l’aspetto culturale è stato curato nel dettaglio, gli organizzatori, oltre ad averci consegnato due fogli informativi sulle due località, hanno provveduto anche a farci accompagnare da una guida.
La visita ai luoghi storici ed al museo di Albona e successivamente ad Arsia è stata seguita con interesse dalla comitiva grazie alle spiegazioni della guida. Pochissimi dei partecipanti alla gita conoscevano questi due paesi ed il loro passato.
In Albona è ancora chiarissima l’impronta lasciata da Venezia: Contrade, chiese, case e cognomi sono ancora lì a dimostrarlo nonostante che dopo la fine della seconda guerra molti albonesi abbiano conosciuto la tragedia della profuganza.
Arsia non ha un passato storico paragonabile ad Albona ma, essendo cresciuta in breve tempo grazie ad una miniera di carbone, è stata luogo di vere e proprie guerre sindacali in quanto i lavoratori volevano riconosciuti i loro diritti, da tenere presente che scioperi e manifestazioni avvenivano in un periodo storico, il cosiddetto ventennio fascista, in cui le autorità non esitavano a far intervenire polizia ed esercito per reprimere ogni dissenso.
Anche il tempo si è prodigato per farci trascorrere una piacevole giornata, infatti quando eravamo all’ aperto splendeva il sole accompagnato da un vento piacevole, quando eravamo al coperto le piogge non sono mancate.
Al rientro, come da tradizione, alla baita del Gruppo è stato offerto uno spuntino a base di pane, salame, formaggio, nessuno si è tirato indietro anche se tutti affermavano di avere la pancia piena dopo il lauto pranzo a base di pesce.
Un GRAZIE, per la bella gita, a: Giovanni, Luciano, Bruno ed a Ludovico Rustico che ha curato l’aspetto culturale.